71° anniversario delle lotte del "SAP Montano" - Comune di Riolo Terme

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71° anniversario delle lotte del "SAP Montano"

 
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Sabato 1 ottobre alle ore 11.00, presso Cà Genasia di Ghiandolino, si terrà la manifestazione a ricordo del 71° anniversario delle lotte del "S.A.P. Montano".

Interverrano:
Pierangelo Raffini - Assessore del Comune di Imola
Federica Malavolti - Vice Sindaco del Comune di Riolo Terme
Fabrizia Fiumi - A.N.P.I. Imola

Saranno presenti classi degli istituti comprensivi di Imola e Riolo Terme.

La cittadinanza è invitata.

 

ANPI e CAI organizzano la passeggiata SAP Montano
(durata di 3 ore circa, lunghezza 9 km.,dislivello 200 mt.)

Ore 7.45 - Ritrovo con partenza alle 8.00 presso via Storta, dopo la Cava Ceramica in via Codrignano.

Percorso - si sale per via Biombo fino a Orsano e poi al crinale fino a via Fontana Vezzola, si gira a sinistra e poi si procede fino a via Caduti di Toranello. Dopo un tratto asfaltato di 2,5 km. si imbocca via Storta e si ritorna al punto di partenza.

Riferimento: Romano Bacchilega (335 6411488)

A tutti i partecipanti sarà offerto un opuscolo con il percorso.

Il movimento partigiano delle squadre SAP nella zona imolese era strutturato su tre battaglioni, Pianura, Città e Montano, i cui responsabili costituivano il comando SAP di zona.
Nel settembre 1944 i tre battaglioni furono uniti in una brigata riconosciuta dal CUMER col nome di SAP Santerno, anche se fu comunemente chiamata SAP Imola.
Le SAP imolesi, fin dal loro sorgere, si dedicarono alla propaganda murale o a mezzo stampa; alla distruzione dei cartelli indicatori e di linee telefoniche e telegrafiche; ai sabotaggi d’automezzi; ad attacchi alle trebbiatrici per non fare cadere nelle mani dei tedeschi il raccolto; al ricupero d’armi; ad azioni armate contro l'invasore. Esse sono state la continuità, il tessuto connettivo tra Resistenza e società civile.
L'ambiente in cui operarono era quanto mai ristretto e ad alto rischio per la presenza continua dei nazi-fascisti.
Non ebbero grandi mezzi di sostentamento economico e non furono aiutate dai "lanci" alleati. Le armi di cui erano dotate, erano state strappate al nemico con ardite azioni.
Nel settembre 1944, in previsione di quella che si riteneva l'imminente insurrezione partigiana, il battaglione Montano disperse l'accampamento fascista a Cà Campaz e mezzi da trasporto tedeschi a Fabbrica e Codrignano.
Nello stesso periodo l’altra compagnia, sulla destra del Santerno, difese il territorio dalle razzie tedesche nella zona di Toscanella (Dozza).
Il 14 settembre 1944 il battaglione Pianura occupò Sesto Imolese e il presidente del CLN tenne un discorso alla popolazione. Analoghe operazioni avvennero nel centro cittadino. Dopo l'arresto dell'avanzata alleata, la brigata fu ristrutturata. Il battaglione Pianura mantenne il controllo di numerosi centri della pianura e proseguì la guerriglia sino alla liberazione. I battaglioni Città e Montano integrarono la loro attività con i gruppi gappisti che operarono per tutto l'inverno e la primavera. Il 14 aprile 1945, in base alle direttive del Comando piazza partigiano di Imola, la brigata insorse prima dell'arrivo degli alleati e liberò la città e i principali centri della pianura. Questa la struttura di comando della brigata: Natale Tampieri "Bianco" comandante; Elio Gollini "Sole" vice comandante; Aldo Afflitti commissario politico; Emilio Fuochi "Nico" vice commissario; Luigi Spadoni "Gigetto" e Domenico Rivalta "Minghinè" stato maggiore; Ezio Serrantoni "Mezzo", Gino Cervellati, Gianfranco Giovannini, Natale Landi, Walter Tampieri, Emilio Zanardi ispettori e ufficiali di collegamento. Era inquadrata nella divisione Bologna pianura “Mario”. I partigiani riconosciuti furono 767 e quattro i patrioti; 47 i caduti e 15 i feriti. - See more at: http://www.storiaememoriadibologna.it/brigata-sap-imola-santerno-26-organizzazione#sthash.gCBRsowR.dpufIl movimento partigiano delle squadre SAP nella zona imolese era strutturato su tre battaglioni, Pianura, Città e Montano, i cui responsabili costituivano il comando SAP di zona.
Nel settembre 1944 i tre battaglioni furono uniti in una brigata riconosciuta dal CUMER col nome di SAP Santerno, anche se fu comunemente chiamata SAP Imola.
Le SAP imolesi, fin dal loro sorgere, si dedicarono alla propaganda murale o a mezzo stampa; alla distruzione dei cartelli indicatori e di linee telefoniche e telegrafiche; ai sabotaggi d’automezzi; ad attacchi alle trebbiatrici per non fare cadere nelle mani dei tedeschi il raccolto; al ricupero d’armi; ad azioni armate contro l'invasore. Esse sono state la continuità, il tessuto connettivo tra Resistenza e società civile.
L'ambiente in cui operarono era quanto mai ristretto e ad alto rischio per la presenza continua dei nazi-fascisti.
Non ebbero grandi mezzi di sostentamento economico e non furono aiutate dai "lanci" alleati. Le armi di cui erano dotate, erano state strappate al nemico con ardite azioni.
Nel settembre 1944, in previsione di quella che si riteneva l'imminente insurrezione partigiana, il battaglione Montano disperse l'accampamento fascista a Cà Campaz e mezzi da trasporto tedeschi a Fabbrica e Codrignano.
Nello stesso periodo l’altra compagnia, sulla destra del Santerno, difese il territorio dalle razzie tedesche nella zona di Toscanella (Dozza).
Il 14 settembre 1944 il battaglione Pianura occupò Sesto Imolese e il presidente del CLN tenne un discorso alla popolazione. Analoghe operazioni avvennero nel centro cittadino. Dopo l'arresto dell'avanzata alleata, la brigata fu ristrutturata. Il battaglione Pianura mantenne il controllo di numerosi centri della pianura e proseguì la guerriglia sino alla liberazione. I battaglioni Città e Montano integrarono la loro attività con i gruppi gappisti che operarono per tutto l'inverno e la primavera. Il 14 aprile 1945, in base alle direttive del Comando piazza partigiano di Imola, la brigata insorse prima dell'arrivo degli alleati e liberò la città e i principali centri della pianura. Questa la struttura di comando della brigata: Natale Tampieri "Bianco" comandante; Elio Gollini "Sole" vice comandante; Aldo Afflitti commissario politico; Emilio Fuochi "Nico" vice commissario; Luigi Spadoni "Gigetto" e Domenico Rivalta "Minghinè" stato maggiore; Ezio Serrantoni "Mezzo", Gino Cervellati, Gianfranco Giovannini, Natale Landi, Walter Tampieri, Emilio Zanardi ispettori e ufficiali di collegamento. Era inquadrata nella divisione Bologna pianura “Mario”. I partigiani riconosciuti furono 767 e quattro i patrioti; 47 i caduti e 15 i feriti. - See more at: http://www.storiaememoriadibologna.it/brigata-sap-imola-santerno-26-organizzazione#sthash.gCBRsowR.dpufIl movimento partigiano delle squadre SAP nella zona imolese era strutturato su tre battaglioni, Pianura, Città e Montano, i cui responsabili costituivano il comando SAP di zona.
Nel settembre 1944 i tre battaglioni furono uniti in una brigata riconosciuta dal CUMER col nome di SAP Santerno, anche se fu comunemente chiamata SAP Imola.
Le SAP imolesi, fin dal loro sorgere, si dedicarono alla propaganda murale o a mezzo stampa; alla distruzione dei cartelli indicatori e di linee telefoniche e telegrafiche; ai sabotaggi d’automezzi; ad attacchi alle trebbiatrici per non fare cadere nelle mani dei tedeschi il raccolto; al ricupero d’armi; ad azioni armate contro l'invasore. Esse sono state la continuità, il tessuto connettivo tra Resistenza e società civile.
L'ambiente in cui operarono era quanto mai ristretto e ad alto rischio per la presenza continua dei nazi-fascisti.
Non ebbero grandi mezzi di sostentamento economico e non furono aiutate dai "lanci" alleati. Le armi di cui erano dotate, erano state strappate al nemico con ardite azioni.
Nel settembre 1944, in previsione di quella che si riteneva l'imminente insurrezione partigiana, il battaglione Montano disperse l'accampamento fascista a Cà Campaz e mezzi da trasporto tedeschi a Fabbrica e Codrignano.
Nello stesso periodo l’altra compagnia, sulla destra del Santerno, difese il territorio dalle razzie tedesche nella zona di Toscanella (Dozza).
Il 14 settembre 1944 il battaglione Pianura occupò Sesto Imolese e il presidente del CLN tenne un discorso alla popolazione. Analoghe operazioni avvennero nel centro cittadino. Dopo l'arresto dell'avanzata alleata, la brigata fu ristrutturata. Il battaglione Pianura mantenne il controllo di numerosi centri della pianura e proseguì la guerriglia sino alla liberazione. I battaglioni Città e Montano integrarono la loro attività con i gruppi gappisti che operarono per tutto l'inverno e la primavera. Il 14 aprile 1945, in base alle direttive del Comando piazza partigiano di Imola, la brigata insorse prima dell'arrivo degli alleati e liberò la città e i principali centri della pianura. Questa la struttura di comando della brigata: Natale Tampieri "Bianco" comandante; Elio Gollini "Sole" vice comandante; Aldo Afflitti commissario politico; Emilio Fuochi "Nico" vice commissario; Luigi Spadoni "Gigetto" e Domenico Rivalta "Minghinè" stato maggiore; Ezio Serrantoni "Mezzo", Gino Cervellati, Gianfranco Giovannini, Natale Landi, Walter Tampieri, Emilio Zanardi ispettori e ufficiali di collegamento. Era inquadrata nella divisione Bologna pianura “Mario”. I partigiani riconosciuti furono 767 e quattro i patrioti; 47 i caduti e 15 i feriti. - See more at: http://www.storiaememoriadibologna.it/brigata-sap-imola-santerno-26-organizzazione#sthash.gCBRsowR.dpufIl movimento partigiano delle squadre SAP nella zona imolese era strutturato su tre battaglioni, Pianura, Città e Montano, i cui responsabili costituivano il comando SAP di zona.
Nel settembre 1944 i tre battaglioni furono uniti in una brigata riconosciuta dal CUMER col nome di SAP Santerno, anche se fu comunemente chiamata SAP Imola.
Le SAP imolesi, fin dal loro sorgere, si dedicarono alla propaganda murale o a mezzo stampa; alla distruzione dei cartelli indicatori e di linee telefoniche e telegrafiche; ai sabotaggi d’automezzi; ad attacchi alle trebbiatrici per non fare cadere nelle mani dei tedeschi il raccolto; al ricupero d’armi; ad azioni armate contro l'invasore. Esse sono state la continuità, il tessuto connettivo tra Resistenza e società civile.
L'ambiente in cui operarono era quanto mai ristretto e ad alto rischio per la presenza continua dei nazi-fascisti.
Non ebbero grandi mezzi di sostentamento economico e non furono aiutate dai "lanci" alleati. Le armi di cui erano dotate, erano state strappate al nemico con ardite azioni.
Nel settembre 1944, in previsione di quella che si riteneva l'imminente insurrezione partigiana, il battaglione Montano disperse l'accampamento fascista a Cà Campaz e mezzi da trasporto tedeschi a Fabbrica e Codrignano.
Nello stesso periodo l’altra compagnia, sulla destra del Santerno, difese il territorio dalle razzie tedesche nella zona di Toscanella (Dozza).
Il 14 settembre 1944 il battaglione Pianura occupò Sesto Imolese e il presidente del CLN tenne un discorso alla popolazione. Analoghe operazioni avvennero nel centro cittadino. Dopo l'arresto dell'avanzata alleata, la brigata fu ristrutturata. Il battaglione Pianura mantenne il controllo di numerosi centri della pianura e proseguì la guerriglia sino alla liberazione. I battaglioni Città e Montano integrarono la loro attività con i gruppi gappisti che operarono per tutto l'inverno e la primavera. Il 14 aprile 1945, in base alle direttive del Comando piazza partigiano di Imola, la brigata insorse prima dell'arrivo degli alleati e liberò la città e i principali centri della pianura. Questa la struttura di comando della brigata: Natale Tampieri "Bianco" comandante; Elio Gollini "Sole" vice comandante; Aldo Afflitti commissario politico; Emilio Fuochi "Nico" vice commissario; Luigi Spadoni "Gigetto" e Domenico Rivalta "Minghinè" stato maggiore; Ezio Serrantoni "Mezzo", Gino Cervellati, Gianfranco Giovannini, Natale Landi, Walter Tampieri, Emilio Zanardi ispettori e ufficiali di collegamento. Era inquadrata nella divisione Bologna pianura “Mario”. I partigiani riconosciuti furono 767 e quattro i patrioti; 47 i caduti e 15 i feriti. - See more at: http://www.storiaememoriadibologna.it/brigata-sap-imola-santerno-26-organizzazione#sthash.gCBRsowR.dpufIl movimento partigiano delle squadre SAP nella zona imolese era strutturato su tre battaglioni, Pianura, Città e Montano, i cui responsabili costituivano il comando SAP di zona.
Nel settembre 1944 i tre battaglioni furono uniti in una brigata riconosciuta dal CUMER col nome di SAP Santerno, anche se fu comunemente chiamata SAP Imola.
Le SAP imolesi, fin dal loro sorgere, si dedicarono alla propaganda murale o a mezzo stampa; alla distruzione dei cartelli indicatori e di linee telefoniche e telegrafiche; ai sabotaggi d’automezzi; ad attacchi alle trebbiatrici per non fare cadere nelle mani dei tedeschi il raccolto; al ricupero d’armi; ad azioni armate contro l'invasore. Esse sono state la continuità, il tessuto connettivo tra Resistenza e società civile.
L'ambiente in cui operarono era quanto mai ristretto e ad alto rischio per la presenza continua dei nazi-fascisti.
Non ebbero grandi mezzi di sostentamento economico e non furono aiutate dai "lanci" alleati. Le armi di cui erano dotate, erano state strappate al nemico con ardite azioni.
Nel settembre 1944, in previsione di quella che si riteneva l'imminente insurrezione partigiana, il battaglione Montano disperse l'accampamento fascista a Cà Campaz e mezzi da trasporto tedeschi a Fabbrica e Codrignano.
Nello stesso periodo l’altra compagnia, sulla destra del Santerno, difese il territorio dalle razzie tedesche nella zona di Toscanella (Dozza).
Il 14 settembre 1944 il battaglione Pianura occupò Sesto Imolese e il presidente del CLN tenne un discorso alla popolazione. Analoghe operazioni avvennero nel centro cittadino. Dopo l'arresto dell'avanzata alleata, la brigata fu ristrutturata. Il battaglione Pianura mantenne il controllo di numerosi centri della pianura e proseguì la guerriglia sino alla liberazione. I battaglioni Città e Montano integrarono la loro attività con i gruppi gappisti che operarono per tutto l'inverno e la primavera. Il 14 aprile 1945, in base alle direttive del Comando piazza partigiano di Imola, la brigata insorse prima dell'arrivo degli alleati e liberò la città e i principali centri della pianura. Questa la struttura di comando della brigata: Natale Tampieri "Bianco" comandante; Elio Gollini "Sole" vice comandante; Aldo Afflitti commissario politico; Emilio Fuochi "Nico" vice commissario; Luigi Spadoni "Gigetto" e Domenico Rivalta "Minghinè" stato maggiore; Ezio Serrantoni "Mezzo", Gino Cervellati, Gianfranco Giovannini, Natale Landi, Walter Tampieri, Emilio Zanardi ispettori e ufficiali di collegamento. Era inquadrata nella divisione Bologna pianura “Mario”. I partigiani riconosciuti furono 767 e quattro i patrioti; 47 i caduti e 15 i feriti. - See more at: http://www.storiaememoriadibologna.it/brigata-sap-imola-santerno-26-organizzazione#sthash.gCBRsowR.dpufIl movimento partigiano delle squadre SAP nella zona imolese era strutturato su tre battaglioni, Pianura, Città e Montano, i cui responsabili costituivano il comando SAP di zona.
Nel settembre 1944 i tre battaglioni furono uniti in una brigata riconosciuta dal CUMER col nome di SAP Santerno, anche se fu comunemente chiamata SAP Imola.
Le SAP imolesi, fin dal loro sorgere, si dedicarono alla propaganda murale o a mezzo stampa; alla distruzione dei cartelli indicatori e di linee telefoniche e telegrafiche; ai sabotaggi d’automezzi; ad attacchi alle trebbiatrici per non fare cadere nelle mani dei tedeschi il raccolto; al ricupero d’armi; ad azioni armate contro l'invasore. Esse sono state la continuità, il tessuto connettivo tra Resistenza e società civile.
L'ambiente in cui operarono era quanto mai ristretto e ad alto rischio per la presenza continua dei nazi-fascisti.
Non ebbero grandi mezzi di sostentamento economico e non furono aiutate dai "lanci" alleati. Le armi di cui erano dotate, erano state strappate al nemico con ardite azioni.
Nel settembre 1944, in previsione di quella che si riteneva l'imminente insurrezione partigiana, il battaglione Montano disperse l'accampamento fascista a Cà Campaz e mezzi da trasporto tedeschi a Fabbrica e Codrignano.
Nello stesso periodo l’altra compagnia, sulla destra del Santerno, difese il territorio dalle razzie tedesche nella zona di Toscanella (Dozza).
Il 14 settembre 1944 il battaglione Pianura occupò Sesto Imolese e il presidente del CLN tenne un discorso alla popolazione. Analoghe operazioni avvennero nel centro cittadino. Dopo l'arresto dell'avanzata alleata, la brigata fu ristrutturata. Il battaglione Pianura mantenne il controllo di numerosi centri della pianura e proseguì la guerriglia sino alla liberazione. I battaglioni Città e Montano integrarono la loro attività con i gruppi gappisti che operarono per tutto l'inverno e la primavera. Il 14 aprile 1945, in base alle direttive del Comando piazza partigiano di Imola, la brigata insorse prima dell'arrivo degli alleati e liberò la città e i principali centri della pianura. Questa la struttura di comando della brigata: Natale Tampieri "Bianco" comandante; Elio Gollini "Sole" vice comandante; Aldo Afflitti commissario politico; Emilio Fuochi "Nico" vice commissario; Luigi Spadoni "Gigetto" e Domenico Rivalta "Minghinè" stato maggiore; Ezio Serrantoni "Mezzo", Gino Cervellati, Gianfranco Giovannini, Natale Landi, Walter Tampieri, Emilio Zanardi ispettori e ufficiali di collegamento. Era inquadrata nella divisione Bologna pianura “Mario”. I partigiani riconosciuti furono 767 e quattro i patrioti; 47 i caduti e 15 i feriti. - See more at: http://www.storiaememoriadibologna.it/brigata-sap-imola-santerno-26-organizzazione#sthash.gCBRsowR.dpufIl movimento partigiano delle squadre SAP nella zona imolese era strutturato su tre battaglioni, Pianura, Città e Montano, i cui responsabili costituivano il comando SAP di zona.
Nel settembre 1944 i tre battaglioni furono uniti in una brigata riconosciuta dal CUMER col nome di SAP Santerno, anche se fu comunemente chiamata SAP Imola.
Le SAP imolesi, fin dal loro sorgere, si dedicarono alla propaganda murale o a mezzo stampa; alla distruzione dei cartelli indicatori e di linee telefoniche e telegrafiche; ai sabotaggi d’automezzi; ad attacchi alle trebbiatrici per non fare cadere nelle mani dei tedeschi il raccolto; al ricupero d’armi; ad azioni armate contro l'invasore. Esse sono state la continuità, il tessuto connettivo tra Resistenza e società civile.
L'ambiente in cui operarono era quanto mai ristretto e ad alto rischio per la presenza continua dei nazi-fascisti.
Non ebbero grandi mezzi di sostentamento economico e non furono aiutate dai "lanci" alleati. Le armi di cui erano dotate, erano state strappate al nemico con ardite azioni.
Nel settembre 1944, in previsione di quella che si riteneva l'imminente insurrezione partigiana, il battaglione Montano disperse l'accampamento fascista a Cà Campaz e mezzi da trasporto tedeschi a Fabbrica e Codrignano.
Nello stesso periodo l’altra compagnia, sulla destra del Santerno, difese il territorio dalle razzie tedesche nella zona di Toscanella (Dozza).
Il 14 settembre 1944 il battaglione Pianura occupò Sesto Imolese e il presidente del CLN tenne un discorso alla popolazione. Analoghe operazioni avvennero nel centro cittadino. Dopo l'arresto dell'avanzata alleata, la brigata fu ristrutturata. Il battaglione Pianura mantenne il controllo di numerosi centri della pianura e proseguì la guerriglia sino alla liberazione. I battaglioni Città e Montano integrarono la loro attività con i gruppi gappisti che operarono per tutto l'inverno e la primavera. Il 14 aprile 1945, in base alle direttive del Comando piazza partigiano di Imola, la brigata insorse prima dell'arrivo degli alleati e liberò la città e i principali centri della pianura. Questa la struttura di comando della brigata: Natale Tampieri "Bianco" comandante; Elio Gollini "Sole" vice comandante; Aldo Afflitti commissario politico; Emilio Fuochi "Nico" vice commissario; Luigi Spadoni "Gigetto" e Domenico Rivalta "Minghinè" stato maggiore; Ezio Serrantoni "Mezzo", Gino Cervellati, Gianfranco Giovannini, Natale Landi, Walter Tampieri, Emilio Zanardi ispettori e ufficiali di collegamento. Era inquadrata nella divisione Bologna pianura “Mario”. I partigiani riconosciuti furono 767 e quattro i patrioti; 47 i caduti e 15 i feriti. - See more at: http://www.storiaememoriadibologna.it/brigata-sap-imola-santerno-26-organizzazione#sthash.gCBRsowR.dpufIl movimento partigiano delle squadre SAP nella zona imolese era strutturato su tre battaglioni, Pianura, Città e Montano, i cui responsabili costituivano il comando SAP di zona.
Nel settembre 1944 i tre battaglioni furono uniti in una brigata riconosciuta dal CUMER col nome di SAP Santerno, anche se fu comunemente chiamata SAP Imola.
Le SAP imolesi, fin dal loro sorgere, si dedicarono alla propaganda murale o a mezzo stampa; alla distruzione dei cartelli indicatori e di linee telefoniche e telegrafiche; ai sabotaggi d’automezzi; ad attacchi alle trebbiatrici per non fare cadere nelle mani dei tedeschi il raccolto; al ricupero d’armi; ad azioni armate contro l'invasore. Esse sono state la continuità, il tessuto connettivo tra Resistenza e società civile.
L'ambiente in cui operarono era quanto mai ristretto e ad alto rischio per la presenza continua dei nazi-fascisti.
Non ebbero grandi mezzi di sostentamento economico e non furono aiutate dai "lanci" alleati. Le armi di cui erano dotate, erano state strappate al nemico con ardite azioni.
Nel settembre 1944, in previsione di quella che si riteneva l'imminente insurrezione partigiana, il battaglione Montano disperse l'accampamento fascista a Cà Campaz e mezzi da trasporto tedeschi a Fabbrica e Codrignano.
Nello stesso periodo l’altra compagnia, sulla destra del Santerno, difese il territorio dalle razzie tedesche nella zona di Toscanella (Dozza).
Il 14 settembre 1944 il battaglione Pianura occupò Sesto Imolese e il presidente del CLN tenne un discorso alla popolazione. Analoghe operazioni avvennero nel centro cittadino. Dopo l'arresto dell'avanzata alleata, la brigata fu ristrutturata. Il battaglione Pianura mantenne il controllo di numerosi centri della pianura e proseguì la guerriglia sino alla liberazione. I battaglioni Città e Montano integrarono la loro attività con i gruppi gappisti che operarono per tutto l'inverno e la primavera. Il 14 aprile 1945, in base alle direttive del Comando piazza partigiano di Imola, la brigata insorse prima dell'arrivo degli alleati e liberò la città e i principali centri della pianura. Questa la struttura di comando della brigata: Natale Tampieri "Bianco" comandante; Elio Gollini "Sole" vice comandante; Aldo Afflitti commissario politico; Emilio Fuochi "Nico" vice commissario; Luigi Spadoni "Gigetto" e Domenico Rivalta "Minghinè" stato maggiore; Ezio Serrantoni "Mezzo", Gino Cervellati, Gianfranco Giovannini, Natale Landi, Walter Tampieri, Emilio Zanardi ispettori e ufficiali di collegamento. Era inquadrata nella divisione Bologna pianura “Mario”. I partigiani riconosciuti furono 767 e quattro i patrioti; 47 i caduti e 15 i feriti. - See more at: http://www.storiaememoriadibologna.it/brigata-sap-imola-santerno-26-organizzazione#sthash.gCBRsowR.dpufIl movimento partigiano delle squadre SAP nella zona imolese era strutturato su tre battaglioni, Pianura, Città e Montano, i cui responsabili costituivano il comando SAP di zona.
Nel settembre 1944 i tre battaglioni furono uniti in una brigata riconosciuta dal CUMER col nome di SAP Santerno, anche se fu comunemente chiamata SAP Imola.
Le SAP imolesi, fin dal loro sorgere, si dedicarono alla propaganda murale o a mezzo stampa; alla distruzione dei cartelli indicatori e di linee telefoniche e telegrafiche; ai sabotaggi d’automezzi; ad attacchi alle trebbiatrici per non fare cadere nelle mani dei tedeschi il raccolto; al ricupero d’armi; ad azioni armate contro l'invasore. Esse sono state la continuità, il tessuto connettivo tra Resistenza e società civile.
L'ambiente in cui operarono era quanto mai ristretto e ad alto rischio per la presenza continua dei nazi-fascisti.
Non ebbero grandi mezzi di sostentamento economico e non furono aiutate dai "lanci" alleati. Le armi di cui erano dotate, erano state strappate al nemico con ardite azioni.
Nel settembre 1944, in previsione di quella che si riteneva l'imminente insurrezione partigiana, il battaglione Montano disperse l'accampamento fascista a Cà Campaz e mezzi da trasporto tedeschi a Fabbrica e Codrignano.
Nello stesso periodo l’altra compagnia, sulla destra del Santerno, difese il territorio dalle razzie tedesche nella zona di Toscanella (Dozza).
Il 14 settembre 1944 il battaglione Pianura occupò Sesto Imolese e il presidente del CLN tenne un discorso alla popolazione. Analoghe operazioni avvennero nel centro cittadino. Dopo l'arresto dell'avanzata alleata, la brigata fu ristrutturata. Il battaglione Pianura mantenne il controllo di numerosi centri della pianura e proseguì la guerriglia sino alla liberazione. I battaglioni Città e Montano integrarono la loro attività con i gruppi gappisti che operarono per tutto l'inverno e la primavera. Il 14 aprile 1945, in base alle direttive del Comando piazza partigiano di Imola, la brigata insorse prima dell'arrivo degli alleati e liberò la città e i principali centri della pianura. Questa la struttura di comando della brigata: Natale Tampieri "Bianco" comandante; Elio Gollini "Sole" vice comandante; Aldo Afflitti commissario politico; Emilio Fuochi "Nico" vice commissario; Luigi Spadoni "Gigetto" e Domenico Rivalta "Minghinè" stato maggiore; Ezio Serrantoni "Mezzo", Gino Cervellati, Gianfranco Giovannini, Natale Landi, Walter Tampieri, Emilio Zanardi ispettori e ufficiali di collegamento. Era inquadrata nella divisione Bologna pianura “Mario”. I partigiani riconosciuti furono 767 e quattro i patrioti; 47 i caduti e 15 i feriti. - See more at: http://www.storiaememoriadibologna.it/brigata-sap-imola-santerno-26-organizzazione#sthash.gCBRsowR.dpufIl movimento partigiano delle squadre SAP nella zona imolese era strutturato su tre battaglioni, Pianura, Città e Montano, i cui responsabili costituivano il comando SAP di zona.
Nel settembre 1944 i tre battaglioni furono uniti in una brigata riconosciuta dal CUMER col nome di SAP Santerno, anche se fu comunemente chiamata SAP Imola.
Le SAP imolesi, fin dal loro sorgere, si dedicarono alla propaganda murale o a mezzo stampa; alla distruzione dei cartelli indicatori e di linee telefoniche e telegrafiche; ai sabotaggi d’automezzi; ad attacchi alle trebbiatrici per non fare cadere nelle mani dei tedeschi il raccolto; al ricupero d’armi; ad azioni armate contro l'invasore. Esse sono state la continuità, il tessuto connettivo tra Resistenza e società civile.
L'ambiente in cui operarono era quanto mai ristretto e ad alto rischio per la presenza continua dei nazi-fascisti.
Non ebbero grandi mezzi di sostentamento economico e non furono aiutate dai "lanci" alleati. Le armi di cui erano dotate, erano state strappate al nemico con ardite azioni.
Nel settembre 1944, in previsione di quella che si riteneva l'imminente insurrezione partigiana, il battaglione Montano disperse l'accampamento fascista a Cà Campaz e mezzi da trasporto tedeschi a Fabbrica e Codrignano.
Nello stesso periodo l’altra compagnia, sulla destra del Santerno, difese il territorio dalle razzie tedesche nella zona di Toscanella (Dozza).
Il 14 settembre 1944 il battaglione Pianura occupò Sesto Imolese e il presidente del CLN tenne un discorso alla popolazione. Analoghe operazioni avvennero nel centro cittadino. Dopo l'arresto dell'avanzata alleata, la brigata fu ristrutturata. Il battaglione Pianura mantenne il controllo di numerosi centri della pianura e proseguì la guerriglia sino alla liberazione. I battaglioni Città e Montano integrarono la loro attività con i gruppi gappisti che operarono per tutto l'inverno e la primavera. Il 14 aprile 1945, in base alle direttive del Comando piazza partigiano di Imola, la brigata insorse prima dell'arrivo degli alleati e liberò la città e i principali centri della pianura. Questa la struttura di comando della brigata: Natale Tampieri "Bianco" comandante; Elio Gollini "Sole" vice comandante; Aldo Afflitti commissario politico; Emilio Fuochi "Nico" vice commissario; Luigi Spadoni "Gigetto" e Domenico Rivalta "Minghinè" stato maggiore; Ezio Serrantoni "Mezzo", Gino Cervellati, Gianfranco Giovannini, Natale Landi, Walter Tampieri, Emilio Zanardi ispettori e ufficiali di collegamento. Era inquadrata nella divisione Bologna pianura “Mario”. I partigiani riconosciuti furono 767 e quattro i patrioti; 47 i caduti e 15 i feriti. - See more at: http://www.storiaememoriadibologna.it/brigata-sap-imola-santerno-26-organizzazione#sthash.gCBRsowR.dpufIl movimento partigiano delle squadre SAP nella zona imolese era strutturato su tre battaglioni, Pianura, Città e Montano, i cui responsabili costituivano il comando SAP di zona.
Nel settembre 1944 i tre battaglioni furono uniti in una brigata riconosciuta dal CUMER col nome di SAP Santerno, anche se fu comunemente chiamata SAP Imola.
Le SAP imolesi, fin dal loro sorgere, si dedicarono alla propaganda murale o a mezzo stampa; alla distruzione dei cartelli indicatori e di linee telefoniche e telegrafiche; ai sabotaggi d’automezzi; ad attacchi alle trebbiatrici per non fare cadere nelle mani dei tedeschi il raccolto; al ricupero d’armi; ad azioni armate contro l'invasore. Esse sono state la continuità, il tessuto connettivo tra Resistenza e società civile.
L'ambiente in cui operarono era quanto mai ristretto e ad alto rischio per la presenza continua dei nazi-fascisti.
Non ebbero grandi mezzi di sostentamento economico e non furono aiutate dai "lanci" alleati. Le armi di cui erano dotate, erano state strappate al nemico con ardite azioni.
Nel settembre 1944, in previsione di quella che si riteneva l'imminente insurrezione partigiana, il battaglione Montano disperse l'accampamento fascista a Cà Campaz e mezzi da trasporto tedeschi a Fabbrica e Codrignano.
Nello stesso periodo l’altra compagnia, sulla destra del Santerno, difese il territorio dalle razzie tedesche nella zona di Toscanella (Dozza).
Il 14 settembre 1944 il battaglione Pianura occupò Sesto Imolese e il presidente del CLN tenne un discorso alla popolazione. Analoghe operazioni avvennero nel centro cittadino. Dopo l'arresto dell'avanzata alleata, la brigata fu ristrutturata. Il battaglione Pianura mantenne il controllo di numerosi centri della pianura e proseguì la guerriglia sino alla liberazione. I battaglioni Città e Montano integrarono la loro attività con i gruppi gappisti che operarono per tutto l'inverno e la primavera. Il 14 aprile 1945, in base alle direttive del Comando piazza partigiano di Imola, la brigata insorse prima dell'arrivo degli alleati e liberò la città e i principali centri della pianura. Questa la struttura di comando della brigata: Natale Tampieri "Bianco" comandante; Elio Gollini "Sole" vice comandante; Aldo Afflitti commissario politico; Emilio Fuochi "Nico" vice commissario; Luigi Spadoni "Gigetto" e Domenico Rivalta "Minghinè" stato maggiore; Ezio Serrantoni "Mezzo", Gino Cervellati, Gianfranco Giovannini, Natale Landi, Walter Tampieri, Emilio Zanardi ispettori e ufficiali di collegamento. Era inquadrata nella divisione Bologna pianura “Mario”. I partigiani riconosciuti furono 767 e quattro i patrioti; 47 i caduti e 15 i feriti. - See more at: http://www.storiaememoriadibologna.it/brigata-sap-imola-santerno-26-organizzazione#sthash.gCBRsowR.dpufIl movimento partigiano delle squadre SAP nella zona imolese era strutturato su tre battaglioni, Pianura, Città e Montano, i cui responsabili costituivano il comando SAP di zona.
Nel settembre 1944 i tre battaglioni furono uniti in una brigata riconosciuta dal CUMER col nome di SAP Santerno, anche se fu comunemente chiamata SAP Imola.
Le SAP imolesi, fin dal loro sorgere, si dedicarono alla propaganda murale o a mezzo stampa; alla distruzione dei cartelli indicatori e di linee telefoniche e telegrafiche; ai sabotaggi d’automezzi; ad attacchi alle trebbiatrici per non fare cadere nelle mani dei tedeschi il raccolto; al ricupero d’armi; ad azioni armate contro l'invasore. Esse sono state la continuità, il tessuto connettivo tra Resistenza e società civile.
L'ambiente in cui operarono era quanto mai ristretto e ad alto rischio per la presenza continua dei nazi-fascisti.
Non ebbero grandi mezzi di sostentamento economico e non furono aiutate dai "lanci" alleati. Le armi di cui erano dotate, erano state strappate al nemico con ardite azioni.
Nel settembre 1944, in previsione di quella che si riteneva l'imminente insurrezione partigiana, il battaglione Montano disperse l'accampamento fascista a Cà Campaz e mezzi da trasporto tedeschi a Fabbrica e Codrignano.
Nello stesso periodo l’altra compagnia, sulla destra del Santerno, difese il territorio dalle razzie tedesche nella zona di Toscanella (Dozza).
Il 14 settembre 1944 il battaglione Pianura occupò Sesto Imolese e il presidente del CLN tenne un discorso alla popolazione. Analoghe operazioni avvennero nel centro cittadino. Dopo l'arresto dell'avanzata alleata, la brigata fu ristrutturata. Il battaglione Pianura mantenne il controllo di numerosi centri della pianura e proseguì la guerriglia sino alla liberazione. I battaglioni Città e Montano integrarono la loro attività con i gruppi gappisti che operarono per tutto l'inverno e la primavera. Il 14 aprile 1945, in base alle direttive del Comando piazza partigiano di Imola, la brigata insorse prima dell'arrivo degli alleati e liberò la città e i principali centri della pianura. Questa la struttura di comando della brigata: Natale Tampieri "Bianco" comandante; Elio Gollini "Sole" vice comandante; Aldo Afflitti commissario politico; Emilio Fuochi "Nico" vice commissario; Luigi Spadoni "Gigetto" e Domenico Rivalta "Minghinè" stato maggiore; Ezio Serrantoni "Mezzo", Gino Cervellati, Gianfranco Giovannini, Natale Landi, Walter Tampieri, Emilio Zanardi ispettori e ufficiali di collegamento. Era inquadrata nella divisione Bologna pianura “Mario”. I partigiani riconosciuti furono 767 e quattro i patrioti; 47 i caduti e 15 i feriti. - See more at: http://www.storiaememoriadibologna.it/brigata-sap-imola-santerno-26-organizzazione#sthash.gCBRsowR.dpufIl movimento partigiano delle squadre SAP nella zona imolese era strutturato su tre battaglioni, Pianura, Città e Montano, i cui responsabili costituivano il comando SAP di zona.
Nel settembre 1944 i tre battaglioni furono uniti in una brigata riconosciuta dal CUMER col nome di SAP Santerno, anche se fu comunemente chiamata SAP Imola.
Le SAP imolesi, fin dal loro sorgere, si dedicarono alla propaganda murale o a mezzo stampa; alla distruzione dei cartelli indicatori e di linee telefoniche e telegrafiche; ai sabotaggi d’automezzi; ad attacchi alle trebbiatrici per non fare cadere nelle mani dei tedeschi il raccolto; al ricupero d’armi; ad azioni armate contro l'invasore. Esse sono state la continuità, il tessuto connettivo tra Resistenza e società civile.
L'ambiente in cui operarono era quanto mai ristretto e ad alto rischio per la presenza continua dei nazi-fascisti.
Non ebbero grandi mezzi di sostentamento economico e non furono aiutate dai "lanci" alleati. Le armi di cui erano dotate, erano state strappate al nemico con ardite azioni.
Nel settembre 1944, in previsione di quella che si riteneva l'imminente insurrezione partigiana, il battaglione Montano disperse l'accampamento fascista a Cà Campaz e mezzi da trasporto tedeschi a Fabbrica e Codrignano.
Nello stesso periodo l’altra compagnia, sulla destra del Santerno, difese il territorio dalle razzie tedesche nella zona di Toscanella (Dozza).
Il 14 settembre 1944 il battaglione Pianura occupò Sesto Imolese e il presidente del CLN tenne un discorso alla popolazione. Analoghe operazioni avvennero nel centro cittadino. Dopo l'arresto dell'avanzata alleata, la brigata fu ristrutturata. Il battaglione Pianura mantenne il controllo di numerosi centri della pianura e proseguì la guerriglia sino alla liberazione. I battaglioni Città e Montano integrarono la loro attività con i gruppi gappisti che operarono per tutto l'inverno e la primavera. Il 14 aprile 1945, in base alle direttive del Comando piazza partigiano di Imola, la brigata insorse prima dell'arrivo degli alleati e liberò la città e i principali centri della pianura. Questa la struttura di comando della brigata: Natale Tampieri "Bianco" comandante; Elio Gollini "Sole" vice comandante; Aldo Afflitti commissario politico; Emilio Fuochi "Nico" vice commissario; Luigi Spadoni "Gigetto" e Domenico Rivalta "Minghinè" stato maggiore; Ezio Serrantoni "Mezzo", Gino Cervellati, Gianfranco Giovannini, Natale Landi, Walter Tampieri, Emilio Zanardi ispettori e ufficiali di collegamento. Era inquadrata nella divisione Bologna pianura “Mario”. I partigiani riconosciuti furono 767 e quattro i patrioti; 47 i caduti e 15 i feriti. - See more at: http://www.storiaememoriadibologna.it/brigata-sap-imola-santerno-26-organizzazione#sthash.gCBRsowR.dpufIl movimento partigiano delle squadre SAP nella zona imolese era strutturato su tre battaglioni, Pianura, Città e Montano, i cui responsabili costituivano il comando SAP di zona.
Nel settembre 1944 i tre battaglioni furono uniti in una brigata riconosciuta dal CUMER col nome di SAP Santerno, anche se fu comunemente chiamata SAP Imola.
Le SAP imolesi, fin dal loro sorgere, si dedicarono alla propaganda murale o a mezzo stampa; alla distruzione dei cartelli indicatori e di linee telefoniche e telegrafiche; ai sabotaggi d’automezzi; ad attacchi alle trebbiatrici per non fare cadere nelle mani dei tedeschi il raccolto; al ricupero d’armi; ad azioni armate contro l'invasore. Esse sono state la continuità, il tessuto connettivo tra Resistenza e società civile.
L'ambiente in cui operarono era quanto mai ristretto e ad alto rischio per la presenza continua dei nazi-fascisti.
Non ebbero grandi mezzi di sostentamento economico e non furono aiutate dai "lanci" alleati. Le armi di cui erano dotate, erano state strappate al nemico con ardite azioni.
Nel settembre 1944, in previsione di quella che si riteneva l'imminente insurrezione partigiana, il battaglione Montano disperse l'accampamento fascista a Cà Campaz e mezzi da trasporto tedeschi a Fabbrica e Codrignano.
Nello stesso periodo l’altra compagnia, sulla destra del Santerno, difese il territorio dalle razzie tedesche nella zona di Toscanella (Dozza).
Il 14 settembre 1944 il battaglione Pianura occupò Sesto Imolese e il presidente del CLN tenne un discorso alla popolazione. Analoghe operazioni avvennero nel centro cittadino. Dopo l'arresto dell'avanzata alleata, la brigata fu ristrutturata. Il battaglione Pianura mantenne il controllo di numerosi centri della pianura e proseguì la guerriglia sino alla liberazione. I battaglioni Città e Montano integrarono la loro attività con i gruppi gappisti che operarono per tutto l'inverno e la primavera. Il 14 aprile 1945, in base alle direttive del Comando piazza partigiano di Imola, la brigata insorse prima dell'arrivo degli alleati e liberò la città e i principali centri della pianura. Questa la struttura di comando della brigata: Natale Tampieri "Bianco" comandante; Elio Gollini "Sole" vice comandante; Aldo Afflitti commissario politico; Emilio Fuochi "Nico" vice commissario; Luigi Spadoni "Gigetto" e Domenico Rivalta "Minghinè" stato maggiore; Ezio Serrantoni "Mezzo", Gino Cervellati, Gianfranco Giovannini, Natale Landi, Walter Tampieri, Emilio Zanardi ispettori e ufficiali di collegamento. Era inquadrata nella divisione Bologna pianura “Mario”. I partigiani riconosciuti furono 767 e quattro i patrioti; 47 i caduti e 15 i feriti. - See more at: http://www.storiaememoriadibologna.it/brigata-sap-imola-santerno-26-organizzazione#sthash.gCBRsowR.dpuf